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Materiale biografico tratto da wikipedia
Gabriella Ferri (Roma, 18 settembre 1942 – Corchiano,
3 aprile 2004) è stata una cantante italiana di
musica leggera, nota per le interpretazioni
delle canzoni popolari romanesche e napoletane. |
Nata e cresciuta
nel quartiere romano del Testaccio, è figlia di
Vittorio, un commerciante ambulante di dolci
ammiratore della canzone in dialetto
romanesco; smette ben presto di studiare a causa di
un incidente.
Gabriella ha l'ambizione di diventare una
indossatrice e per realizzare questo mestiere svolge
tantissimi lavori come l'operaia e la commessa.
Conosce Luisa De Santis (figlia del regista
Giuseppe, celebre per Riso amaro) e ne diviene molto
amica: insieme danno vita ad un duo,con il nome di
Luisa e Gabriella, che cerca di riscoprire il
repertorio folk romano.
Iniziano così i primi spettacoli, basati sul
repertorio tradizionale della canzone romanesca
(come Barcarolo romano) e su canti da osteria (come
La società dei magnaccioni), e una sera, all'Intra's
Club di Milano(in quel periodo sono ospitate da
Camilla Cederna), vengono notate da Walter Guertler,
che le mette sotto contratto e pubblica il loro
primo 45 giri con la Jolly, una rielaborazione del
brano popolare La società dei magnaccioni.
Sempre nel 1963 hanno la prima esperienza in
televisione, nella trasmissione La fiera dei sogni
presentata da Mike Bongiorno, in cui cantano La
società dei magnaccioni che, nei giorni seguenti
all'apparizione televisiva, vende più di mezzo
milione di copie.
La Jolly immette dunque sul mercato un nuovo singolo
delle artiste che attingono questa volta al folk
siciliano incidendo una loro personale versione di
Sciuri sciuri e Vitti'na crozzà: anche questo
secondo singolo riscuote un discreto successo e le
artiste incidono un terzo 45 giri composto da La
povera Cecilia, una canzone tradizionale spesso
cantata dai menestrelli e nel lato B da È tutta
robba mia, presa a prestito dallo spettacolo. La
manfrina e musicata da Ennio Morricone. |
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La carriera
solista
Il duo però non dura, a causa della timidezza di
Luisa che non ama cantare in pubblico; Gabriella
continua quindi da sola, incidendo anche un
album nel 1966; dello stesso anno è una tournée
in Canada, assieme ad altri esponenti del folk
come Caterina Bueno, Otello Profazio e Lino
Toffolo in uno spettacolo teatrale che ha la
regia di Aldo Trionfo.
Dopo gli anni passati a Milano, torna a Roma
alla fine del 1966, ed approda al Bagaglino di
Roma, di cui diventa la cantante ufficiale; qui
conosce Piero Pintucci, che diventerà un suo
collaboratore musicale abituale, ed incide un 45
giri nel 1968 per la ARC, È scesa ormai la sera,
che in Italia non ha un grosso riscontro
commerciale.
Il lato b di questo singolo, Ti regalo gli occhi
miei, raggiunge i vertici delle classifiche in
Sudamerica e Gabriella lo incide in lingua
spagnola con il titolo Te regalo mis ojos
vendendo svariati milioni di copie[senza fonte]
: intraprende così un tour nei paesi
sudamericani con strepitoso successo per poi
tornare ad esibirsi al Bagaglino con Enrico
Montesano.
Gabriella Ferri, in quel periodo, non disdegna
comunque il beat, si esibisce anche al Piper
Club: dopo aver firmato un nuovo contratto
discografico con la RCA Italiana, partecipa nel
1969 al Festival di Sanremo ma, nonostante
presentasse, in coppia addirittura con Stevie
Wonder, una bella canzone con sonorità beat e
rhythm'n'blues, scritta da Gabriella insieme al
padre Vittorio e a Piero Pintucci, intitolata Se
tu ragazzo mio, l'artista viene eliminata al
primo turno e a Sanremo non tornerà mai più.
Il disco comunque è un successo, e la canzone
viene reinterpretata da molti altri artisti
(come I Camaleonti e Nada: questo spinge la RCA
a pubblicare alla fine del 1969 l'album
Gabriella Ferri, in cui canzoni più moderne si
affiancano a brani della tradizione come
Ciccio Formaggio; il disco è importante anche
per il tentativo di creare una nuova canzone
romanesca che si riallacci alla tradizione, ed
emblematiche in questo senso sono Sor fregnone,
scritta dalla Ferri su una musica di Vittorio
Nocenzi (il tastierista del Banco del
Mutuo Soccorso), e Sinnò me moro, canzone
scritta nel 1961 dal regista Pietro Germi su
musica
di Carlo Rustichelli per il film Un maledetto
imbroglio e cantata dalla figlia di Rustichelli,
Alida Chelli (Gabriella l'aveva già incisa nel
1963 con Luisa De Sanctis).
Nel corso degli anni il suo fisico, da magro e
sottile che era, si è andato via via
irrobustendo e questo nuovo aspetto fa parlare
di lei come di una mamma Roma che tiene
testa (in Tv in una trasmissione che è divenuta
culto, più volte trasmessa) a Claudio Villa:
stornellando, i due si dicono le cose peggiori e
Gabriella ne esce come l'erede di un genere
romanesco che non è solo voce, ma anche aspetto.
È così che si appropria delle canzoni, vecchie o
nuove non importa, che le diano la
possibilità di costruire dei veri e propri
numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali
però non c'è imitazione dei vecchi artisti
napoletani ma il filtro di una personalità
esuberante e irrefrenabile: così Dove sta Zazà,
che nel dopoguerra era stata il simbolo
dell'Italia dissolta («Dove sta Zazà/ uh Madonna
mia») tornava ad essere nella sua
interpretazione un brano intriso di perfidia e
di amarezza, e così era per Ciccio Formaggio,
vecchio brano cantato da Nino Taranto.
Negli anni '70 aumentano le sue apparizioni in
televisione: una serata speciale le era stata
dedicata nel 1971, Questa sera... Gabriella
Ferri, e verso la metà degli anni '70 aveva
condotto per la televisione anche i varietà Dove
sta Za Za (dal motivo di successo che aveva
contribuito a rilanciare), il Circo delle voci e
Mazzabubù.
Dopo l'esperienza televisiva di Giochiamo al
varieté (1980) e l'incisione di un disco con
alcune canzoni scritte per lei da Paolo Conte
(Gabriella, nel 1981, con la celebre Vamp),
si trasferì per qualche tempo negli USA,
lasciando televisione e cabaret per dedicarsi
unicamente alla musica.
Rientrata in Italia, incise nel 1987 la sigla
del varietà televisivo Biberon.
La sue due ultime uscite artistiche di rilievo
avvennero nel 1996 al Premio Tenco di Sanremo
dove si esibì con la Piccola Orchestra Avion
Travel e nel luglio del 1997 con un concerto a
Parco Celimontana a Roma (inclusa nella
manifestazione Voglia Matta Anni 60) davanti
7.000
spettatori (se ne aspettavano un migliaio).
Nel 1997 incide un album, Ritorno al futuro, poi
il ritiro definitivo dalle scene, anche a
causa di ricadute nella grave depressione che la
tormentava a fasi alterne da anni; a parte
qualche sporadica apparizione in spettacoli
televisivi, scelse di condurre vita ritirata,
anche se negli ultimi anni prima della scomparsa
aveva riniziato ad apparire in televisione. |
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La scomparsa e l'eredità
artistica
Il 3 aprile 2004 Gabriella Ferri
morì, in seguito alla caduta da una finestra della
sua casa di Corchiano (Viterbo). Soffriva da tempo
di depressione a fasi alterne, e aveva già tentato
il suicidio nel 1975 in seguito alla morte del padre
Vittorio. Tuttavia la famiglia smentisce ogni
ipotesi di suicidio, ipotizzando che si possa essere
trattato di un malore, causato magari dai medicinali
antidepressivi di cui la cantante faceva uso. La
famiglia, inoltre, sostiene che non è stato lasciato
nessun biglietto di addio, e che la cantante avrebbe
dovuto partecipare, il lunedì successivo alla morte,
ad un programma televisivo, al quale non intendeva
assolutamente mancare.
Per volontà del sindaco di Roma, Walter Veltroni, la
camera ardente venne allestita in Campidoglio, nella
Sala Protomoteca, dove migliaia di romani le resero
omaggio.
Il suo testamento spirituale è rintracciabile nella
lunga raccolta di Canti Di Versi dove, tra ritmi
jazz, tanghi e flamenchi, con un incedere
interpretativo e voce struggente che ricorda da
vicino Amália Rodrigues (Coimbra), interpreta
canzoni sue e di autori celebri come Paolo Conte
(nell'autoironica Vamp), Luigi Tenco (Lontano
lontano), Ennio Morricone
(Stornello dell'estate). Ma ancor più in brani come
Una donna sbagliata, Sono partita di sera, È scesa
ormai la sera, una commovente Via Rasella ("Via
Rasella, Via Rasella t'hanno messo a pecorone ...
maledetto sto' dolore ..."), ed un altrettanto
struggente O sole mio.
Nel 2007 una sua canzone, Remedios, venne usata come
colonna sonora del film Saturno contro, e venne
inserita nell'album pubblicato a Marzo 2007, Saturno
contro soundtrack. Il brano venne suggerito al
regista del film Ferzan Ozpetek dal discografico
Marco Cestoni. Nella estate dello stesso anno, "Remedios"
venne re-mixata da Dj Brizi e ricantata dalla
brasiliana Selma Hernades. |
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